Sanità, defibrillatori per società sportive: pubblicato bando

L’ATS ha pubblicato il bando per l’assegnazione di un contributo per l’acquisto dei defibrillatori per i proprietari o gestori di impianti sportivi e per le società e le associazioni sportive dilettantistiche.

Cuore DAE

Ci sarà tempo sino al prossimo 10 luglio per poter presentare la domanda alla Assl in cui il soggetto richiedente ha sede e poter accedere al contributo per l’acquisto di un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae). Il finanziamento di 400mila euro è previsto dalla Regione Sardegna all’interno della legge di stabilità 2016 per consentire alle società e alle associazioni sportive di adempiere al decreto del Ministro della Salute, dell’aprile 2013, che dispone per le società sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, l’obbligo di dotarsi di Dae.

L’importo erogabile a ciascun soggetto arriva sino a 550 euro. Sarà la ASSL di Sassari a predisporre, in base all’istruttoria eseguita dalle diverse Aree Socio Sanitarie Locali della ATS, una graduatoria dei candidati.

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I DEFIBRILLATORI PER LE SOCIETÀ SPORTIVE: «I SOLDI CI SONO, FATE I BANDI»

Lo sport sardo rischia lo stop: pronti 600 mila euro per defibrillatori e formazione ma l’Ats non pubblica i bandi. Interrogazione in Consiglio regionale di Roberto Desini

Lo sport dilettantistico sardo rischia di restare fermo ai box per tutta l’estate a causa della mancata assegnazione dei contributi regionali per l’acquisto dei defibrillatori, dispositivi salvavita che dal 1° luglio 2017 dovranno obbligatoriamente far parte delle dotazioni di ogni società e associazione sportiva.
Oltre un anno fa la Regione ha approvato la legge di stabilità 2016 e grazie a un emendamento presentato dal consigliere regionale PdS, Roberto Desini, ha stanziato un fondo di 400 mila euro per la concessione di contributi per l’acquisto di defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) da parte dei proprietari o gestori di impianti sportivi, nonché delle società e associazioni sportive dilettantistiche con sede nel territorio regionale.
La spesa di altri 200 mila euro è stata autorizzata nel 2017 come contributi a favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche sarde per la formazione di personale in qualità di esecutore BLSD (Basic Life Support Defibrillation), demandando alla Giunta regionale la definizione dei criteri e delle modalità di concessione dei contributi stessi. Anche in questo caso la somma è stata inserita nella legge di stabilità accogliendo un emendamento presentato da Roberto Desini come primo firmatario, e sottoscritto da tutto il Gruppo PdS.
Questi provvedimenti sono stati emanati per consentire alle società e associazioni sportive dilettantistiche dell’Isola di adempiere al decreto del Ministro della Salute 24 aprile 2013 (Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita), il cui articolo 5 pone in capo alle società sportive sia professionistiche che dilettantistiche l’obbligo di dotarsi di DAE.
A oggi, trascorso oltre un anno dall’entrata in vigore della legge regionale che ha reso disponibili le somme necessarie per l’acquisto dei defibrillatori, l’Azienda tutela della salute–Assl di Sassari non ha ancora pubblicato il bando per la concessione dei contributi. Una mancanza resa ancora più grave dal fatto che le disposizioni ministeriali devono essere rispettate entro il 30 giugno 2017, data in cui scatterà l’obbligo di dotazione e d’impiego dei dispositivi DAE da parte delle società e associazioni sportive.
Per denunciare l’inspiegabile ritardo dell’Ats nello svolgere il proprio compito, il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Roberto Desini, ha depositato ieri un’interrogazione in Consiglio, sottoscritta anche dagli altri consiglieri PdS (Gianfranco Congiu, Piermario Manca, Augusto Cherchi e Alessandro Unali) chiedendo all’assessore dell’Igiene e Sanità e Assistenza sociale, le ragioni della mancata pubblicazione del bando, e sollecitando affinché intervenga al più presto per risolvere la situazione. «Siamo al paradosso», commenta l’onorevole Desini, «abbiamo i soldi a disposizione, ma l’immobilismo dell’assessorato alla Sanità e dell’Ats non permette alle società sportive sarde di accedere ai contributi per l’acquisto dei defibrillatori. Su questa problematica mi sarei aspettato un’attenzione diversa da parte dell’assessore, visto e considerato che lui stesso è un medico», conclude Desini. «Non è ammissibile che a distanza di oltre un anno dall’entrata in vigore della legge regionale gli organi preposti non abbiano ancora dato la possibilità alle società sportive di accedere ai contributi», sostiene il presidente regionale del Coni Sardegna, Gianfranco Fara, «tra l’altro si parla di aiutare le società ad acquistare dispositivi non superflui ma che possono rivelarsi fondamentali per salvare vite».
http://www.videolina.it/articolo/tg/2017/05/23/i_defibrillatori_per_le_societ_sportive_i_soldi_ci_sono_fate_i_ba-78-604116.html

IL DEFIBRILLATORE: UNA MACCHINA PREZIOSA NELLO SPORT E NON SEMPLICEMENTE UN OBBLIGO. IN PIEMONTE SCATTA LA MAPPATURA DAE

Il defibrillatore: una macchina preziosa nello sport e non semplicemente un obbligo. In Piemonte scatta la mappatura DAE

Il 6 aprile in tutta Italia il CONI ha festeggiato la giornata internazionale dello sport. Una giornata organizzata con lo scopo di aumentare la conoscenza su quanto l’attività sportiva sia importante nella vita dell’umanità. Fare sport migliora lo stato di salute dei nostri ragazzi, il rapporto fra le persone e porta a vivere momenti positivi. Purtroppo in Italia ci si trova spesso a giocare in strutture poco sicure e con poca protezione. Al di là dell’obbligo del Decreto Balduzzi, più volte prorogato, oggi con meno di mille euro si può rendere un centro sportivo cardioprotetto. Attraverso la formazione del personale, ci si può preparare nella gestione di eventi di emergenza. Ogni anno per droga, AIDS e incendi muoiono circa meno di 800 persone. Per arresto cardiaco sono circa 68.000. Nel 2016 addirittura 592 ragazzi minorenni sono morti sui campo sportivi. Nel 2017 sono già circa un centinaio i casi di malore in strutture sportive che possiamo riportare, purtroppo, con conseguenze che vanno dalla morte all’invalidità permanente.

La Cecchini Cuore Onlus di Pisa ha rilevato, attraverso studi scientifici e statistici, che su 12 ragazzi colpiti da malore, 8 sono state salvate dal defibrillatore. Circa il 66,6% dei casi. Un dato che testimonia che dove viene utilizzato il defibrillatore, le possibilità di riuscita dell’intervento sono del 50%. Dietro ad un salvataggio non c’è niente di miracoloso, semplicemente personale formato e un defibrillatore. Si tratta della pura evoluzione medicale e tecnologica della ricerca. Il defibrillatore e le manovre salvavita non cancellano le morti “bianche” sui campi sportivi, ma le riducono drasticamente quasi della metà. Per quale motivo bisogna attendere una legge che ci obbliga ad essere persone responsabili, quando ci vuole davvero poco per garantire alle strutture sportive la certezza di intervenire comunque in modo adeguato?

La giunta regionale del Piemonte ha deciso di attuare, su proposta dell’assessore alla sanità Antonio Saitta, una mappatura dei defibrillatore presenti sul territorio. Permettendo così ai soccorritori di sapere quanto e soprattutto dove sono collocati in tempo reale. Tutti i soggetti pubblici o privati in possesso di un DAE devono provvedere obbligatoriamente alla comunicazione e all’aggiornamento del luogo di collocazione e dei deti tecnici e gestionali delle macchine. Dovranno essere comunicati le matricole dei defibrillatori e le scadenze degli elettrodi e delle batterie. Ad oggi i defibrillatori piemontesi noti al 118 sono 1.400, così suddivisi: 750 aperti al pubblico (farmacie, impianti sportivi etc), 15 in luoghi pubblici (metropolitana, mezzi di trasporto, piazze, vie), 200 in dotazione all’emergenza e 300 dedicati ad uso esclusivamente privato. Una maggiore conoscenza della presenza dei defibrillatori sul territorio permetterà una distribuzione capillare delle nuove macchine. E renderà ancora più cardio-protetto il Piemonte. Il programma regionale prevede anche un’attività formativa per 12 persone degli enti che hanno ricevuto il defibrillatore. Ad oggi sono stati accreditati più di 100 enti formatori che hanno preparato circa 73 mila persone.

 

Macomer: Il ballo dei giovani per donare il defibrillatore.

IL COMUNE DI MACOMER SI DOTA DI DISPOSITIVI SALVAVITA, CHE SARANNO A DISPOSIZIONE DELLA CITTA’, GRAZIE AL GENEROSO CONTRIBUTO E ALL’IMPEGNO DELLE ASSOCIAZIONI GIOVANILI.

Una grande manifestazione di solidarietà e di impegno civico il 15 Aprile a Macomer, nel corso della quale le associazioni giovanili Joy Onlus, Pro Positivo e il Forum Giovani hanno donato al Comune di Macomer e alla Città intera un defibrillatore.

Il Defibrillatore Tecno Heart Plus è stato acquistato con il ricavato di un ballo di beneficenza organizzato dalle Associazioni nel periodo natalizio.

Il Comune di Macomer, con una modalità studiata e condivisa con i ragazzi, lo metterà a disposizione delle Associazioni sportive, culturali e della Città intera (insieme ad un’ altro dispositivo donatoci dall’Unione dei comuni), con una sorta di prestito su richiesta delle varie associazioni e cittadini, in occasione di eventi e manifestazioni; i dispositivi saranno altresì a disposizione per qualsiasi necessità (sperando che mai si verifichi) durante l’orario di apertura degli Uffici Comunali.

Questo è solo l’inizio di un percorso comune che vedrà l’acquisto di ulteriori dispositivi e l’erogazione di corsi per l’utilizzo degli stessi con l’obiettivo di rendere finalmente Macomer una Città “cardioprotetta”.

La tua Chiesa Cardioprotetta.

Grazie a Don Alessandro ora l’oratorio di San Pietro Pascasio di Quartucciu e il quartiere che lo ospita è più sicuro… Complimenti per aver aderito alla nostra nuova iniziativa “La tua chiesa Cardioprotetta”,  l’iniziativa nasce non solo per rendere le chiese e oratori più sicuri ma anche per sensibilizzare la comunità verso una tematica molto importante.

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Nei luoghi affollati il defibrillatore ti salva la vita.

 Studio francese pubblicato su La Presse Médicale. Le prove in 5 grandi aeroporti intercontinentali.

Laddove in un luogo pubblico c’è un defibrillatore le probabilità di sopravvivere ad un arresto cardiaco aumentano enormemente. A confermarlo è uno studio francese -pubblicato sulle pagine della rivista La Presse Médicale- che ha preso in esame gli interventi effettuati in 3 grandi aeroporti. I risultati non lasciano spazio ad interpretazioni: intervenire precocemente fa la differenza tra la vita e la morte.

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In medicina il tempo è tutto. Intervenire il prima possibile spesso fa la differenza. Ciò è particolarmente vero quando c’è di mezzo il cuore. Nel sopravvivere ad un arresto cardiaco il fattore tempo è decisivo. I dati parlano chiaro: nelle persone colpite ogni minuto che passa senza intervenire porta ad una riduzione della probabilità di sopravvivenza del 7-10%.

Ecco perché iniziare le manovre di rianimazione è fondamentale. Ad oggi si calcola che ogni anno, nella sola Italia, siano circa 60 mila le persone colpite da arresto cardiaco. Nella maggior parte dei casi si tratta di fibrillazione ventricolare, una situazione in cui il cuore pur non essendo fermo è come se lo fosse. Ciò avviene perché il muscolo cardiaco perde la sua capacità di contrarsi in maniera sincronizzata e il risultato finale è l’incapacità di pompare sangue adeguatamente. Una situazione che porta, nel giro di poco tempo, ad asistolia e morte.

 

Iniziare subito le manovre di soccorso  

L’unico trattamento per uscire da questa situazione è rappresentato dalla rianimazione cardiopolmonare e dall’utilizzo del defibrillatore. Manovre che dovrebbero iniziare appena la persona viene colpita da arresto cardiaco. Proprio per questa ragione da tempo, nei principali luoghi pubblici, sono state installate delle postazioni con defibrillatore con l’obbiettivo di iniziare il trattamento in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Installazioni in grado di fare la differenza come dimostrato nell’analisi dei ricercatori francesi.

 

Quando si usa il defibrillatore le probabilità di sopravvivere aumentano  

Lo studio in questione ha preso in esame 150 arresti cardiaci avvenuti -tra il 2009 e il 2013- negli aeroporti Paris-Roissy-Charles-De-Gaulle, O’Hare di Chicago e Madrid-Barajas. In particolare l’analisi ha voluto confrontare la tempestività d’intervento e la sopravvivenza sia nei casi in cui la rianimazione è stata iniziata da chi si trovava sul luogo dell’evento sia nei casi in cui si è atteso l’intervento del personale paramedico. Dai risultati è emerso che ad intervenire subito si risparmiano mediamente 6-7 minuti, un tempo fondamentale che si traduce in una sopravvivenza -al momento dell’arrivo in ospedale- pari al 62%.

Nel caso in cui si aspetta l’arrivo del personale la sopravvivenza si attesta intorno al 38%. Una differenza enorme che conferma ancora una volta sia l’importanza dell’utilizzo di questo strumento sia dell’intervento immediato ancora prima dell’arrivo dei soccorsi

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Un concentrato di risparmio per il tuo Business

I defibrillatori per fortuna stanno entrando nella nostra ottica di vita, in particolare le Aziende nel 2017 saranno incentivate a dotarsi di defibrillatori e formare personale al suo utilizzo. Il governo ha infatti prolungato anche per il 2017 il super ammortamento del 140% e la possibilità di ricevere 40 punti sicurezza utili a raggiungere i 100 punti che danno diritto agli sconti INAIL fino al 28%.retindustria

Siamo lieti di comunicarvi che la nostra realtà lavorativa da quest’anno ha stretto una importante convenzione con CONFINDUSTRIA entrando ufficialmente a far parte delle Aziende Partner RETEINDUSTRIA.

 

 

 

 

HORUS: comunità cardioprotetta

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Proteggere i nostri anziani! Restituendo parte della cura e dell’amorevolezza che loro ci hanno riservato per una intera vita.

Proteggere la comunità! Significa assistere noi stessi, significa poter vivere serenamente e affrontare con fiducia la quotidianità.

Questo senso di protezione lo si può trovare da Horus-Giardino per la vita, comunità integrata per anziani.

E’ un qualcosa che si percepisce subito, si fa palpabile appena varcato l’ingresso, diventa certezza dopo aver conosciuto lo staff e trascorso del tempo a chiacchierare amabilmente con la manager della struttura: Milena Sirigu. Grande esperienza nelle strutture socio-sanitarie e grande conoscitrice delle dinamiche imprenditoriali cagliaritane.

Traspare subito la grande attenzione, la dedizione e lo sguardo sempre rivolto al futuro in un processo di continuo miglioramento.

Proprio questo ha generato in Milena il bisogno di fare un passo avanti e cardioproteggere il centro. Il sistema è stato completato con la cartellonistica di intervento e di direzione, oltre all’opportuna infografica di segnalazione. Tutto rigorosamente personalizzato, perché anche lo stile è importante.

Nel Giardino della Vita trovano posto 25 ospiti, seguiti da un team altamente specializzato di 20 operatori, tra i quali esclusivamente Oss e superOSS, 3 infermieri professionali, 3 educatori, uno psicologo e una farmacologa.

Molti di questi avevano già l’abilitazione all’intervento d’urgenza ( BlsD), che associato alla costante presenza di pazienti cardiopatici ha convinto tutti a chiamare la Sardegna Defibrillatori.

Siamo però rimasti piacevolmente colpiti dalla più ampia visione. Poter diventare riferimento nella zona per le situazioni di arresto cardiaco e in particolare per quella vicina Basilica di Bonaria, punto di raccoglimento per numerosi fedeli.

Ma non basta. A breve si procederà, di concerto con HSF Italia del dott. Cadeddu, ad attivare i corsi di aggiornamento BlsD. Si è pensato di estenderli e dare la possibilità di partecipare anche ai parenti degli ospiti della struttura, che hanno risposto con entusiasmo.

Perfetto esempio di socialità e convivenza. Perfetto esempio di comunità.

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Oristano, prima città della Sardegna cardio-protetta

Ad Oristano il comune ha avviato in questo 2016 il progetto “Oristano ci sta a cuORe” che ha permesso di installare ben 11 nuovi defibrillatori nel centro storico e nelle frazioni della città sarda. All’iniziativa hanno partecipatoMappa-dei-defibrillatori-del-Comune-di-Oristano anche i fratelli Ibba e Antonio Contu, rispettivamente responsabili dei supermercati Crai e Conad Superstore, che hanno firmato le convenzioni e hanno acquistato due defibrillatori semiautomatici. Nella mappa a destra, ancora in fase di aggiornamento, tutti i defibrillatori presenti sul territorio di Oristano (in verde quelli acquistati dal Comune, in azzurro quelli dei privati).

Il progetto è stato finanziato in gran parte dai privati, che hanno permesso così di creare ad Oristano una città cardio-protetta. Sono 11 i dispositivi acquistati in questo 2016, che si sono aggiunti ai 6 DAE già presenti sul territorio. Di questi nuovi dispositivi salvavita, 7 sono stati inseriti all’interno di armadietti posizionati su postazioni pubbliche esterne e dotati di telecontrollo. L’apertura della teca verrà automaticamente segnalata, con un sms, alle forze dell’ordine per poter contrastare eventuali atti vandalici e furti.

Sardegna Defibrillatori è orgogliosa di aver collaborato per la vendita dei defibrillatori al Comune di Oristano, al Crai dei F.lli Ibba e al Conad Superstore di Antonio Contu. Anche se in piccola parte abbiamo contribuito ad aumentare la cardio-protezione sul territorio italiano.

Siamo presenti anche sul MEPA (mercato elettronico della pubblica amministrazione). Sono numerosi i Comuni che si sono rivolti a noi per ricevere la nostra consulenza gratuita e personalizzata sulla scelta dei defibrillatori.

Cuore Piazza Giovanni: un defibrillatore nel ricordo di Tito Aresu

La figlia Sara con emozione annuncia: “Da ieri in piazza Giovanni, grazie alla ditta Mereu, è stato installato un defibrillatore, che sarà utile per tutti e ha anche le placche per salvare i bambini in caso di malori”               

 

Un defibrillatore nella memoria di Tito Aresu, l’agente di viaggi scomparso alcuni mesi fa: ora in piazza Giovanni c’è idealmente un grande cuore che batte per tutti, grande come il bel ricordo che Tito ha lasciato in tutto il quartiere. A realizzarlo grazie ala collaborazione di tutti è stata la ditta Mereu Autonoleggi, un bellissimo gesto per tutta la comunità. E a spiegarlo non poteva essere che lei, Sara Aresu, la figlia di Tito, che tanto amava il padre stimato da tutti a Cagliari: “E’ un gesto per la comunità in ricordo di mio padre. Ci sono anche le placche per salvare i bambini in caso di malori, tanti bambini fanno sport all’oratorio San Paolo. L’impianto è stato installato ieri da un società, che si chiama Defibrillatori Sardegna, acquistato da Autonoleggi Mereu/Playcar sharing presso il loro ufficio, in ricordo di mio padre che appunto ha perso la vita per un attacco cardiaco e conseguente arresto”.

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